La sua carriera inizia nutrendosi della frequentazione della “bottega” del maestro Marcello Mariani, che lo inizia alle prime sperimentazioni della pittura informale, pur continuando gli studi di Ingegneria edile-architettura nell'ateneo aquilano. Qui trascorre la gran parte del suo tempo libero in compagnia degli studenti dell'Accademia di Belle Arti dell’Aquila dove il prof. Mariani stesso aveva insegnato.
Si avvicina ai movimenti dei grandi maestri del ‘900 come Alberto Burri, Robert Raushemberg, Willem de Kooning, Emilio Vedova, Jackson Pollock, Mark Rothko, e quindi cresce artisticamente con la poetica dell’espressionismo astratto internazionale. Assorbe inconsapevolmente tutti i suggerimenti e comprende il valore delle antiche tecniche del maestro Mariani; tutte esperienze che successivamente lo condizioneranno e lo indirizzeranno verso un'arte visceralmente spontanea seguendo la linea di una continua esaltazione quasi poetica della materia.
Dalla fine degli anni ‘90 passa definitivamente alla pittura informale, riprogettando nel segno e nella tecnica l’utilizzo dei materiali utilizzati. Nel 2010, con le serie “Trasposizioni” e delle “Malte” e dei “Notturni”, propone, per la prima volta, dipinti astratti informali che, con le loro forme archetipiche, organiche, filiformi e reticolari, rivelano originali affinità con Burri e lo stesso Mariani.