Moschino e l’arte, questa volta anni ‘80...ancora una volta amore a prima vista.
È una storia che parte da lontano, quella del connubio tra arte e moda portato avanti dalla Maison Moschino. Un amore totale che celebra la bellezza, l’inventiva e la creatività. Tutto ebbe inizio con Franco Moschino, maestro di quella moda irriverente e insubordinata che risvegliò i sensi di un fashion world all’epoca fin troppo autocelebrativo.
Erano gli anni ‘80, quelli del secondo boom economico italiano, della “Milano da bere” e degli stilisti che firmavano con i loro loghi praticamente tutto, dalle automobili ai profumi, dagli ombrelli a, ovviamente, gli abiti di passerella. Erano gli anni in cui la moda Made in Italy era sinonimo di successo, di ricchezza, di lusso estremo e anche di eleganza. Un periodo d’oro in cui essere fashion designer significava essere sempre praticamente perfetti.
Poi arrivò Franco Moschino, sguardo ironico da bambino nei panni di un adulto, creatività da vendere, tantissima voglia di cambiare il sistema moda, utilizzando l’intelligenza, l’estro e il senso dell’umorismo e di usare la moda non solo per vendere e per creare prodotti di abbigliamento ma soprattutto per comunicare e, perché no, per protestare e lanciare importanti messaggi.
Un fashion designer che rivoluzionò la moda italiana per sempre, riuscendo ad essere glamour con immensa leggerezza e a portare in passerella praticamente di tutto, dagli orsacchiotti alle opere d’arte di Magritte, in una celebrazione di tutto ciò che era Pop, dalla cultura alla società e naturalmente all’arte.
Per seguire le orme, o meglio lo spirito di Franco, dopo il ventennale lavoro di Rossella Jardini, ci voleva un altro genio irriverente come Jeremy Scott, stilista americano diventato una icona di stile nei primi anni Duemila e alla guida della maison Moschino a partire dal 2013.
Dalla sua primissima sfilata per la maison (come dimenticare le citazioni irriverenti a McDonald’s e Sponge Bob?), e nelle successive collezioni che hanno rispolverato l’immaginario Pop a 360°, Jeremy Scott ha dimostrato di non temere alcun tipo di tematica, di lasciarsi guidare dalla fantasia più sfrenata nel perseguire l’ispirazione delle collezioni Moschino.
E veniamo ai giorni nostri e all’ultima sfilata del 19 giugno all’ex Fonderia Macchi. La nuova collezione di moda maschile spring/summer 2023 pensata da Jeremy Scott per Moschino si ispira all’arte, tema tanto caro a Franco, e porta alla ribalta un personaggio poco conosciuto ai più, Tony Viramontes. Un artista, fotografo e illustratore di moda tra i più amati dalle riviste patinate di tutto il mondo, ma anche amico di molte superstar degli anni 80, frequentatore del jet set internazionale e dell’ambiente clubbing newyorkese di quegli anni.
Linea, tratto, colore, carattere, sensualità. Questi gli elementi distintivi e iconici delle opere di Tony Viramontes da cui trae ispirazione Jeremy Scott per la sua nuova collezione dedicata ad un uomo modernissimo, giovane, audace e accattivante. Lo stilista guarda alle opere più eclettiche e riconoscibili di Viramontes, dalle illustrazioni moda al contributo dato dall’artista al magazine The Face e al movimento Buffalo creato da Ray Petry, ma soprattutto ne reinterpreta la vita, il carattere e l’ambiente in cui Viramontes ha vissuto.
Ed ecco quindi che lo stilista americano ci catapulta indietro nei magnifici e pazzi anni 80 della scena internazionale dei club newyorkesi, mostrandoci i lustrini e il vinile dei completi più appariscenti, indossati in passerella da giovani dall’animo bold che sembrano vere superstar.
I completi da uomo si vestono di paillettes argentate come i mille specchi delle sfere da discoteca, le giacche più tailoring vengono sferzate dal colore e dal tratto a sketch e il look formale viene sdrammatizzato da abbinamenti insoliti come gonne sarong e bermuda sportivi. Le giacche più sportive, invece, hanno il look contemporaneo e più aggressivo dato dai combat boots e dai crop top che mostrano la giovane bellezza dei corpi maschili.
Il colore è l’assoluto protagonista di questa collezione, ma il colore come lo intende un artista, un pittore. Non solo tessuto stampato e colorato quindi, ma veri e propri interventi artistici, tratti schizzati e gesture estemporanee che rendono questi capi assolutamente straordinari e incredibilmente iconici.
Grandi volti che guardano con occhi maliziosi, linee aguzze e pennellate in libertà che attraversano i capi sottolineandone la struttura, campiture di colori solidi e vivaci volutamente virati in tonalità più attenuate ed effetti color-block, stampe check sbiadite e fotocopia- style.
Lo stilista gioca con le sovrapposizioni e con le lunghezze, in un mix contemporaneo che, pur mantenendo la tradizione sartoriale Made in Italy del brand Moschino, ne vivacizza lo spirito e rende questa collezione menswear assolutamente appetibile per le giovanissime generazioni di fan del marchio.
Dalla felpa shaded e graffitata, al pantaloncino corto e affusolato, fino ai pantaloni dal cavallo bassissimo e alle straordinarie gonne proposte come nuovo abbinamento, dalle bomber jacket paffute in stile eighties ai tanti blazer strutturati, dai cappellini ai lunghi guanti in vinile, sono tantissimi i capi e gli accessori che gli uomini sicuramente ameranno a prima vista.